Fonte Strill.it, articolo a firma di Stefano Perri:
“Le costruzioni, gli appalti e le grandi opere, la sanità, il commercio ed i servizi, l’industria del divertimento, il turismo, lo sport. La ‘ndrangheta investono nell’economia legale. Non vi è un settore produttivo che non sia in qualche modo contaminato dalla longa manus criminale. Al sud, certo, ma soprattutto al nord Italia. Le mafie sono ormai una vera e propria holding commerciale. Comprano, vendono, costruiscono, investono, delocalizzano, diversificano. E non sempre utilizzando metodi e strumenti illegali. La nuova frontiera dell’architettura criminale è l’investimento nei settori economici leciti. Traffico di stupefacenti e di armi, racket, usura, contraffazione, sono ormai solo una faccia della medaglia. Dall’altra parte, ben camuffato nella selva delle piccole e medie imprese del nord produttivo, c’è un esercito di professionisti che opera nell’economia legale traendone enormi profitti. Soldi, a palate.”
Questa è la triste, attuale verità. La mafia, non da ora, ma da decenni, ha ampliato le sue zone di potere su territorio nazionale prima, su quello internazionale dopo. Il passo successivo è stato quello di mettere i propri uomini, vestiti bene, laureati, direttamente nei posti di controllo importanti, in settori politici, aziendali ed economici. Comandando dunque in modo totale e personale, senza doversi più affidare a qualcuno, ovvero, solo per fare un esempio, ai tristemente noti prestanome. La mafia vuol comandare tutto, in prima persona.
La mafia fa schifo. Non dimentichiamolo mai.
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